TARANTO – «Dopo anni finalmente riapre la chiesa: la MADONNA DELLA SALUTE». L’Arcivescovo monsignor Filippo Santoro, dal pulpito, trasmette i suoi sentimenti per la riapertura del Santuario barocco della Città Vecchia, dove oggi pomeriggio si compirà la traslazione in processione, dal Duomo di San Cataldo, dell’icona mariana nella sua originaria dimora. Alle ore 16, introdotto da una liturgia stazionale, il metropolita guiderà il pellegrinaggio dalla Cattedrale lungo i vicoli dell’Isola sino a piazza Monteoliveto, dove nel 1729 fu eretta la chiesa architettata dal gesuita Tommaso Vanneschi detto il Carrarese. Dopo varie mutazioni alla sua idea originaria, furono completati i lavori iniziati nel 1686 grazie al danaro foraggiato dal Duca di Faggiano Antonio Albertini. Il risultato è ciò che si vede ancora oggi a quasi quattro secoli di vita: una delle chiese più belle di Taranto e l’unica con pianta a croce, sebbene irregolare, visti i 27 metri di lunghezza della navata ed i 20 del transetto, sovrastati da una cupola stellata dal diametro di dieci metri. Il suo pennacchio, a 40 metri di altezza sul livello del mare, è la prova della vetta più alta di un edificio nella Città Vecchia.
Il Santuario «Madonna della Salute» torna ad aprirsi al pubblico a trent’anni dalla chiusura, forzata dalla precarietà strutturale, dopo la virtuosa vita impressa dal 1924 dai gesuiti (ne ripresero possesso dopo la parentesi degli Olivetani) che ne fecero un centro formativo e spirituale. Tale opera, ieri nell’incontro anticipatore con la stampa, l’arcivescovo Santoro la collega idealmente a quella «frutto dell’apostolato lungo 135 anni della Compagnia di Gesù a Grottaglie» che si è appena conclusa a causa del calo delle vocazioni e della riorganizzazione della comunità religiosa.
Articolo di Anthony Lo Scialpo
Comments are closed.