L’argomento che noi della scuola Salvemini di Taranto andremo a trattare oggi è la casa Vanvitelliana situata sulle sponde del Mar Piccolo di Taranto, In parole più semplici della così detta “casa della fata Turchina”.
Si racconta che il regista Luigi Comencini sia venuto a Taranto negli anni ’70 per girare una sequenza del film “Le avventure di Pinocchio” e abbia scelto proprio questa casetta sul mare come dimora della Fata Turchina.
Le somiglianze di queste due non sono da sottovalutare ma dal punto di vista paesaggistico sono nettamente differenti. Inoltre nessuno ha mai visto a Taranto Commencini e la Lollobrigida a girare Pinocchio.
Infatti la notizia venne smentita da Cataldo Serra con un suo articolo poichè quet’ultimo affermava che la reale casetta si trova sul Lago di Martignano a pochi chilometri dal Lago di Bracciano in provincia di Roma.
Non si sa chi abbia dato il via a questa leggenda ma molto probabilmente lineablu (un programma televisivo rai che svela le curiosità sulle coste).
Qualunque sia la verità, in ogni caso la casetta rimane sempre nel cuore dei tarantini come quella in cui sono state girate le scene con la Lollobrigida e continuano quindi a tramandare la leggenda incuranti di quello che dicono gli altri. Il fratto è che tutti vogliono credere che proprio là si sono girate le scene e ci riescono, visto che per tanti rimane quella la casetta
della fata che ha soccorso Pinocchio!
L’IMPORTANZA DI QUESTA STRUTTURA PER I TARANTINI:
Questo fiabesco aneddoto, che ha forse a che fare più con Pinocchio che con la Fata, si è diffuso negli ambienti tarantini per più di 10 anni ed è ormai troppo radicato per poterlo estirpare del tutto.
Incuranti delle smentite, i cultori di tradizioni tarantine continuano a tramandare questa leggenda. Potrebbero limitarsi a raccontare che la palafitta, per via della somiglianza con quella del film, è stata ribattezzata “la casa della Fata Turchina”, eppure non si accontentano. Vogliono tutti credere che sia proprio lei, quella vera, e non un pallido surrogato.
Forse è questo il vero mistero che circonda la casetta sul Mar Piccolo: la sua capacità di indurre la gente a credere nelle favole, ad aver fede in qualcosa al di là di ogni evidenza.
Ad alimentare la credenza c’è poi l’aspetto di questa struttura che, senza troppa immaginazione, ha un potenziale turistico enorme. Avvolta nel silenzio e sbiadita dal sole, ha un che di magico e inverosimile, come se vi abitasse per davvero una qualche fata, custode delle acque del Mar Piccolo.
Non appena ci si avvicina, i gabbiani intorno cominciano a stridere come se volessero avvertire qualcuno all’interno del travalicamento di un confine immaginario, di un troppo audace avvicinamento. Saranno solo suggestioni, ma non c’è nulla di male nel sognare.
Post realizzato da: Dalila D’Andria e Beatrice D’Ignazio
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